In tempi di Covid-19 lo stilista Giorgio Armani risponde a un articolo dedicato alla “Slow Fashion” sulla rivista WWD Women’s Wear Daily e le sue parole sono insieme meritevoli di attenzione e segnale di cambiamento.
“Per anni ho sollevato le stesse questioni durante le conferenze stampa che seguono i miei spettacoli, spesso inascoltate, o considerate moralistiche. L’emergenza attuale, invece, dimostra che un attento e intelligente rallentamento è l’unica via d’uscita, una strada che finalmente riporterà valore al nostro lavoro e che farà percepire ai clienti finali la sua vera importanza e il suo valore.
Il declino del sistema moda così come lo conosciamo è iniziato quando il segmento del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion, imitando il ciclo infinito di consegne di quest’ultimo nella speranza di vendere di più, dimenticando però che il lusso richiede tempo, per essere raggiunto e per essere apprezzato. Il lusso non può e non deve essere veloce. (…)
Io non lavoro così e trovo immorale farlo. Ho sempre creduto in un’idea di eleganza senza tempo, che non è solo un preciso codice estetico, ma anche un approccio al design e alla realizzazione dei capi che suggerisce un modo per comprarli: farli durare.
(…) Questa crisi è un’opportunità per rallentare e riallineare tutto; (…) Questa crisi è anche un’occasione per ridare valore all’autenticità: (…) Il momento che stiamo attraversando è turbolento, ma ci offre anche l’opportunità unica di correggere ciò che non va, di ritrovare una dimensione più umana. È bello vedere che in questo senso siamo tutti uniti.
(…) Uniti, ce la faremo. Ma dobbiamo essere uniti e operare all’unisono: questa è forse la lezione più importante che possiamo imparare da questa crisi.”
Parole strettamente connesse ai principi dello
ed estendibili a molti altri settori e ambiti.
Mi viene in mente un’esposizione di Leonardo dello scorso anno alle Scuderie del Quirinale, 500 disegni realizzati quasi tutti senza committenza. E mi chiedo: possiamo creare (o ricreare?) un equilibrio tra cultura della performance e cultura dell’autenticità?
Per me la risposta è sì. E Armani ce ne sta dando una chiara dimostrazione.
Anche nel MetaLusso lo spazio è aperto e compatibile con quei principi della sostenibilità capaci di generare valore e autenticità. Conoscenza, Scopo, Durevolezza sono infatti caratteristiche chiave di molti Brand ed Eccellenze che caratterizzano già oggi il Made in Italy.
Un uomo dallo stile inconfondibile che ci ha dimostrato come l’identità sia l’unica cosa che rimane nel tempo.
E sono convinta che l’identità sia anche l’unica cosa che rimarrà e vale la pena valorizzare in questo post Covid-19.
E tu cosa ne pensi?
Ci mettiamo in cammino?